PROGETTO LISTEN

PROGETTO LISTEN

PAESAGGI SONORI ATTRAVERSO L'ECOMUSEO DEL CASENTINO

(LANDSCAPE IN SOUNDS THROUGH ECO-MUSEUMS NETWORK)

È stato stimato che ogni giorno passano davanti ai nostri occhi circa 400 mila immagini attraverso computer, smartphone, televisione. È possibile oggi, in una società estremamente visuale, tornare a riscoprire invece i suoni? E a maggior ragione in questo momento storico così importante, in cui il paese si trova a dover rispondere a un evento drammatico che si è rivelato particolarmente critico anche per il settore culturale, vogliamo tornare a riascoltare le voci, per riportare nelle nostre mura domestiche i suoni dello spazio che abitiamo. Per questi motivi segnaliamo l’avvio del progetto LISTEN - Landscape in Sounds through Eco-Museums network -, che per due anni vedrà coinvolta l’Unione dei Comuni Montani del Casentino attraverso l’Ecomuseo del Casentino in una collaborazione con il Dipartimento di Scienze della formazione, scienze umane e della comunicazione interculturale dell’Università di Siena, UniCoop Firenze e Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Il progetto rientra nell’ambito di Giovanisì (www.giovanisi.it), il progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, che ha visto lo stanziamento di 21 assegni di ricerca finanziati con le risorse del POR FSE TOSCANA 2014-2020.

LISTEN sarà un viaggio nei luoghi attraverso le voci delle persone che in quei luoghi hanno abitato, transitato e vissuto. Si tratterà di valorizzare l’ingente patrimonio contenuto negli archivi orali, veri e propri giacimenti di storie e di memorie, come il materiale contenuto nella “Banca della Memoria”, un archivio video-digitale dedicato alla cultura materiale e immateriale del Casentino, e l’Archivio Anna Maria Bruzzone, dedicato alla memoria dell’esperienza manicomiale aretina. Gli archivi orali sono un tesoro che parla della nostra storia. Si pensi solo al valore di testimonianza di una complessità linguistica oramai in via d’estinzione: nel momento in cui vengono meno strumenti, tecniche della cultura materiale, lo stesso accade per i termini che li definiscono, destinati a scomparire assieme all’oggetto che designano. I depositi immateriali di saperi possono quindi diventare strumento di conoscenza del passato da parte di quelle comunità che abitano e vivono i luoghi in cui quel materiale sonoro è stato raccolto.

Il viaggio (attraverso la memoria dei luoghi, i mestieri transumanti, le migrazioni di ieri e di oggi, attraverso la mente – nelle voci dei pazienti psichiatrici) rappresenta il filo conduttore di questo percorso che ci permetterà di valorizzare il patrimonio culturale toscano, sia in chiave didattica che turistica, riscoprendo i territori e gli spazi presenti nei documenti audiovisivi. Vogliamo far sì che il materiale contenuto negli archivi diventi materiale ‘vivo’, che dia di nuovo voce a luoghi che fino a ora sono stati lasciati al di fuori dei percorsi turistici, ma che invece possono diventare attrattori di un turismo ecosostenibile e di prossimità. Grazie a una collaborazione attiva col territorio, LISTEN mirerà alla disseminazione e alla fruizione del patrimonio archivistico immateriale, attraverso la costruzione di percorsi che possano essere di interesse trasversale (cittadinanza, scuola, associazionismo locale), supportati dall’utilizzo delle nuove tecnologie, che ci permetteranno di fruire del materiale in maniera alternativa, attraverso lo sviluppo di nuove app per smartphone, il potenziamento e la valorizzazione degli strumenti esistenti e la traduzione multilingue del materiale orale.

LISTEN sarà inoltre un progetto orientato non solo al passato, ma sarà anche un modo per raccontarci. Vogliamo far sì che l’archivio si arricchisca di nuove storie raccolte dalla viva voce dei parlanti e di mappe di comunità, mappe del territorio casentinese che ci facciano capire come quotidianamente esperiamo la variazione linguistica, fino a dove percepiamo “noi” e dove invece cominciano “loro”, i “diversi. Nuove raccolte sul campo diventeranno quindi un momento di co-costruzione collettiva del senso dei luoghi della comunità, facendo emergere, grazie anche alla riflessione linguistica, l’identità culturale e territoriale.

MESTIERI, SAPERI, EREDITA' TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO

Tra le varie attività sviluppate nell'ambito del progetto, si segnala la proposta educativa per le classi della Scuola Primaria (secondo ciclo) e Secondaria di Primo Grado che mette al centro i mestieri del territorio casentinese. La proposta, dal titolo “Mestieri, Saperi, Eredità. Tra passato presente e futuro” vede valorizzati i materiali audiovisivi contenuti nella Banca della Memoria del Casentino, nonché gli ulteriori supporti messi a punto dall’Ecomuseo, come i quaderni didattici e i laboratori organizzati dalle varie ‘antenne’, e punta a far conoscere ai ragazzi le attività lavorative e i mestieri che hanno caratterizzato il Casentino. I ragazzi hanno la possibilità di accedere al materiale attraverso delle vere e proprie cassette degli attrezzi (con testi, link ai video / audio, approfondimenti specifici) che permettono loro di consultare i materiali da remoto e, inoltre, saranno di supporto per le visite ai luoghi.

Il senso di comunità passa attraverso il senso dei luoghi e si costruisce rafforzando la conoscenza di ciò che rende i nostri territori unici e significativi per noi. Tra le varie conoscenze possibili, i mestieri più caratteristici di un dato ambiente geografico ci dicono molto di un luogo: ci raccontano la sua economia, le sue specificità territoriali, il modo in cui gli abitanti hanno saputo utilizzare le risorse della natura per costruire e sviluppare le loro comunità. Il prodotto, inoltre, rappresenta anche un valido supporto nel percorso verso la costruzione dell'Atlante del Patrimonio Immateriale del Casentino che prevede anche l'attivazione di percorsi di ricercazione con le scuole del territorio dedicati alle sapienze locali.

I BLASONI POPOLARI DEL CASENTINO
Dimmi come ti chiamano e ti dirò ci sei

Esplicitare la “natura dei luoghi e delle persone”, anche attraverso il dileggio e la presa in giro, significa abitare, scegliere di tenere la
propria dimora, stabilendo relazioni non occasionali con uno specifico contesto. Significa conoscerne e riconoscerne i caratteri specifici, le vocazioni, i difetti e i pregi. Il nomignolo non viene quasi mai coniato a caso, a solo scopo denigratorio, ma pretende sovente di esplicitare il carattere degli abitanti (buchi unti gli stiani e buchi stretti i pratovecchini, ghiozzi gli stradini), il riconoscimento delle vocazioni ambientali (ranocchiai, lumacai), l’esplicitazione delle risorse locali (patatai, quelli delle foglie lunghe -castagno- pulendai) o un mezzo per segnalarne la diversità (corsi i raggiolatti) o rimarcarne la particolarità delle attività e degli usi (contrabbandieri i chitignanini).
Insomma il blasone popolare non solo come cristallizzazione dello stereotipo (vd. Testo di Rosalba Nodari) ma anche come “coscienza del luogo” come tassello identitario, mezzo per distinguere l’appartenenza e marcare i confini e le specificità delle diverse comunità insediate in un determinato territorio.
Meglio “canzonarsi” all’ombra del campanile o vivere al tempo dei “non luoghi” delle periferie senza nome, dei paesi e dei quartieri dormitorio?

Per segnalazioni, suggerimenti e integrazioni rispetto ai contenuti della carta contattare: ecomuseo@casentino.toscana.it

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