STRATEGIA NAZIONALE AREE INTERNE

STRATEGIA NAZIONALE AREE INTERNE

Il progetto, inserito nella Strategia Nazionale Aree Interne Casentino-Valtiberina, è stato attivato dall'autunno 2018. E' coordinato dall'Unione dei Comuni Montani del Casentino attraverso il servizio CRED - Ecomuseo e interessa i due comprensori del Casentino e della Valtiberina. Il percorso, articolato in due moduli complementari, la costruzione di un Atlante del Patrimonio Immateriale e la definizione di un Patto Educativo Territoriale, vede la stretta collaborazione con il dipartimenti di Scienze della Formazione di Firenza (FORLILPSI) e della Società Italiana per la Museografia e i Beni Demoetnoantropologici.

Siamo partiti dall’idea che il patrimonio culturale e naturale svolge sempre e comunque un’azione educativa sulla comunità che lo vive, indipendentemente da qualunque azione educativa intenzionale!
Abbiamo pensato che sia importante rendere la comunità consapevole non solo del valore del proprio patrimonio ma anche di essere essa stessa parte integrante del patrimonio che il Casentino esprime: la comunità nella sua globalità diventa così “consapevolmente” educante e responsabile.


Stiamo così valorizzando in una prospettiva educativa tutte le occasioni che consentono alla comunità di conoscere e fruire della ricchezza del patrimonio culturale e naturale locale. Siamo comunque partiti anche con il rafforzare l’azione che le scuole possono svolgere insieme alla comunità per le nuove generazioni. Il patrimonio, infatti, vive se costantemente interpretato, ricreato, percepito come risorsa per tutti. Per questo deve essere accessibile a tutti.

La comunità locale, nella sua diversità, è il cuore pulsante del cambiamento e della democratizzazione della cultura. Qui in Casentino e Valtiberina, in riferimento ai cambiamenti globali e alle esperienze internazionali, abbiamo lavorato su due concetti ispiratori: Comunità Patrimoniale e Comunità Educante e abbiamo provato a metterle insieme.

Il concetto di Comunità patrimoniale, secondo la Convenzione UNESCO del 2003, sottolinea come il patrimonio sia tale se corrisponde al senso di identità e continuità delle persone, dei gruppi e delle comunità. Per la Convenzione di Faro del 2015 “una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e desidera sostenerli e trasmetterli alle generazioni future.” Su questa base si fonda la costruzione di un Atlante del Patrimonio Immateriale: per realizzarlo sono state attivate proprio le comunità di eredità, ovvero le persone e gruppi che spontaneamente, informalmente o in maniera organizzata si sono dedicati alla salvaguardia e promozione del loro patrimonio, attraverso il tempo e le generazioni, con il sostegno degli enti locali, delle politiche e delle Istituzioni.

Il concetto di Comunità educante ha tante definizioni. Secondo il Manifesto della Comunità Educante quest’ultima è il tessuto di relazioni solidali e collaborative che vivono ed operano su un territorio, che ne hanno a cuore il destino e che riconoscono la responsabilità dell’abitarlo insieme e del contribuire allo sviluppo delle competenze dei suoi abitanti. Le “comunità educanti” del Casentino e della Valtberina si sono attivate e grazie ad un percorso di condivisione e analisi delle risorse e delle necessità formative del territorio. Dagli incontri sono emerse delle linee programmatiche condivise per ampliare le opportunità educative per partendo dai bambini per arrivare agli adulti. Queste linee di indirizzo hanno trovato una sintesi nella dichiarazione di intenti sottoscritta da una serie di soggetti e ratificata all'interno della Conferenza dell'Istruzione alla fine 2021 e una prima operazionalizzazione in attività destinate a conoscere l’opinione dei giovani sul valore del patrimonio locale e il significato che questo può assumere nelle loro prefigurazioni professionali future. È nato così il progetto #stoincasentino per la definizione di un sistema locale di orientamento che ponga al centro la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio. È stato così sottoscritto un protocollo di intesa e il percorso va avanti con l’impegno di consolidare la Comunità Educante attraverso un vero e proprio Patto Territoriale.

L’azione educativa nel processo di costruzione dell’Atlante del Patrimonio

Secondo il modello sperimentato in Casentino e in Valtiberina il percorso ha inizio con la formazione rivolta agli insegnanti sull’educazione “al e attraverso” il patrimonio, incentrata sugli obiettivi di apprendimento e sulla possibilità di sperimentare nuove esperienze formative. Le scuole vengono invitate ad “adottare” un tema – un elemento culturale – di interesse e a svolgere una ricerca azione specifica in collaborazione con le forze attive del territorio

Il lavoro viene restituito alle famiglie ed al territorio. In seguito l’elemento del patrimonio viene approfondito da giovani tutor territoriali che lo approfondiscono e lo trasformano in una scheda dell’atlante del patrimonio immateriale, in dialogo con le comunità di eredità attivate. La scheda è validata anche dai tavoli territoriali, che si incaricano di implementare misure di salvaguardia, ed hanno un impatto diretto sul patrimonio.

In questo processo vengono coinvolti diversi portatori di interesse: la scuola, gli abitanti, gli operatori economici, la società civile, gli studiosi e gli esperti.

L’azione educativa nel processo di costruzione della Comunità Educante

Possiamo dire che l’insieme dei soggetti (associazioni, cooperative, imprese, scuola, istituzioni , …) che partecipa al processo di costruzione della Comunità Educante “è in formazione”: dal lavoro insieme si apprende un metodo di lavoro collaborativo, di conoscenza reciproca,, di valorizzazione delle differenze, di ottimizzazione dei processi. Si apprende a co-progettare a partire dalla individuazione di obiettivi comuni, di competenze che ogni cittadino dovrebbe sviluppare per poter vivere responsabilmente il proprio territorio. Ciascuno può riflettere sull’apporto che può dare nell’accompagnare questa costruzione di competenze diffuse sul territorio: può riflettere, dunque, sulla propria azione educativa per imparare a svolgerla al meglio.

Così il ricco tessuto sociale che caratterizza il territorio, impara a contribuire in maniera attiva ad una azione educativa comune, a collaborare consapevolmente con la scuola, con i progetti di orientamento e formazione professionale delle giovani generazioni