Memoria e Territorio

Le iniziative del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

Il Parco delle Foreste Casentinesi ha collaborato al progetto di ricerca storica sulla Vallesanta, per censire e documentare quelle che sono le emergenze etnografiche, le testimonianze orali, gli scritti e gli oggetti di un mondo che non c'è più, disciolto come neve al sole all'avvento della modernità , specialmente dagli anni '50 in avanti.
Questa azione si inserisce in una più ampia attività svolta dal Parco che pone particolare attenzione alla memoria ed ha come riferimento la sede di Santa Sofia (FC), che ospita il Centro di Documentazione del Parco, un'importante biblioteca che conta circa 3.500 pubblicazioni, il cui elenco è consultabile on line, e dove è conservato l'Archivio Fotografico Zangheri.

L'Archivio fotografico della Romagna di Pietro Zangheri raccoglie quasi 1500 scatti fotografici, realizzati da Pietro Zangheri sul territorio romagnolo dagli anni '20 fino agli anni '40 nel corso di molti anni di studio.
Donato alla Provincia di Forlì Cesena e al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi dagli eredi del grande naturalista forlivese, rappresenta un'importante strumento di l'analisi dell'evoluzione storico-naturalistica del territorio romagnolo e costituisce un patrimonio iconografico che ci consente di ricavare testimonianze su elementi paesaggistici, eventi naturali ed aspetti storico-culturali della Romagna di inizio secolo.

Per maggiori informazioni visita www.pietrozangheri.it

La Banca della Memoria

Presso il Centro Risorse Educative e Didattiche, servizio della Comunità Montana del Casentino è in corso da molti anni una attività di documentazione audiovisiva, che nei contenuti e nei metodi si avvicina alla ricerca sul campo di tipo etno-antropologico.

L’iniziativa è nata con un progetto sperimentale di educazione permanente rivolto agli ultra-sessantacinquenni, che prevedeva di rendere protagonisti gli anziani in un percorso che li coinvolgeva  come docenti dei loro saperi tradizionali.
Attraverso interviste e dimostrazioni è stato così possibile far conoscere ai giovani e agli adulti coinvolti nel percorso, lavori e saperi in via di estinzione e  di creare, con la documentazione video, un primo archivio consultabile presso il servizio CRED.
I primi risultati sono stati significativi, inanzitutto sul piano umano e relazionale per gli anziani-docenti. La dimensione dell’ascolto risveglia infatti percorsi di auto-stima e auto-gratificazione del proprio percorso di vita.

In questo senso, la finalità culturale e scientifica della documentazione si sposa con quella socio-pedagogica, in cui divengono fondamentali i momenti di aggregazione, le feste e i momenti di incontro inter-generazionale.
Gli incontri si sono moltiplicati negli anni ed il materiale raccolto è stato sottoposto ad operazioni di catalogazione ed archiviazione portando alla nascita de “La Banca della Memoria”. Per “Banca della memoria” si intende dunque l’archivio video digitale dedicato alla cultura materiale e alle tradizioni popolari del Casentino.
Attualmente il materiale raccolto ammonta ad alcune migliaia di ore con argomenti che spaziano dalle attività manifatturiere e dalle pratiche agro-silvo-pastorali (legno, carbone, pietra, lana, mulini…) alla gastronomia tradizionale (preparazione di piatti tipici, particolari lavorazioni alimentari…), dal patrimonio orale (canti in ottava rima, aneddoti, storie di vita vissuta) alle forme del folclore popolare ed alle pratiche religiose tradizionali.

Una sezione particolare è inoltre rappresentata dalle memoria della guerra (passaggio del fronte, 8 settembre) con particolare riferimento alle stragi nazi-fasciste perpetrate nella provincia di Arezzo.
Se i contenuti raccolti rappresentano la specificità e ne costituiscono le premesse per la “missione” dell’archivio stesso, la sua efficacia e la sua concreta valenza non potrà essere misurata, tuttavia, solo nella quantità e neanche nella qualità del materiale presente ma anche e soprattutto nella sua effettiva fruibilità, nella capacità di verifica e confronto dei suoi contenuti a partire dal contesto che ne ha motivato e ne ha prodotto la nascita.

E’ proprio nella necessità di “un ritorno virtuoso” che sono stati compiuti gli sforzi maggiori in questi ultimi anni. Sono stati attivati diversi canali e sperimentati diverse modalità di fruizione.
Lo strumento principale, a questo proposito, è costituito dalla realizzazione di montaggi a carattere tematico successivamente proposti in particolari iniziative promosse sul territorio, ad iniziare dal paese che ha accolto il progetto di ricerca e documentazione. Questo evento si configura come un’occasione di confronto e di verifica e contemporaneamente rappresenta un momento di stimolo da cui ripartire per nuovi progetti e nuove ipotesi di lavoro.
Altro momento significativo è costituito dalla promozione di attività didattiche, intorno ai contenuti dell’archivio, con realizzazione di prodotti multimediali.
Le scuole in particolare hanno rappresentato spesso non solo i fruitori dell’archivio ma anche gli stessi soggetti proponenti.
Altra modalità di fruizione dell’archivio si sostanzia nella sua valenza di “serbatoio attivo” da cui attingere preziose informazioni, anche nei processi di valorizzazione e promozione delle tipicità del territorio.
I documenti filmati relativi a particolari processi lavorativi (legno, pietra, lana…) o a significative filiere alimentari (castagna, maiale…), rappresentano, infatti, uno strumento utile anche all’interno di progetti di divulgazione e promozione turistica.

In corrispondenza dell' Ecouseo del Carbonaio di Cetica è attiva “La Banca della Memoria di Porto Franco - Giuseppe Baldini” in cui è possibile fruire di alcuni montaggi riferiti a testimonianze e tradizioni locali.
Altre banche tematiche si trovano in corrispondenza di altri siti ecomuseali: “Ecomuseo della castagna” di Raggiolo; “Ecomuseo della polvere da sparo e del contrabbando” di Chitignano; “Museo del bosco e della montagna” di Stia; “Bottega del bigonaio e mostra permanente sulla guerra e la resistenza in Casentino” di Moggiona; “Ecomuseo dell Vallesanta” di Chiusi della Verna.

Progetto "600 Minuti di 900"

Dal 2003 la Comunità Montana del Casentino, d’intesa con l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Arezzo e Regione Toscana, promuove  un progetto per il recupero e il salvataggio digitale di pellicole cinematografiche.

Il progetto, denominato “600 minuti di Novecento”, si propone di aprire un percorso significativo per il recupero, conservazione e catalogazione, di pellicole cinematografiche amatoriali e professionali in vari supporti (8mm, super 8 e 16mm, 35 mm o altro) realizzati nel Novecento in ambito familiare o professionale.

“600 Minuti di Novecento” vede dunque protagonista la storia locale, la memoria della tradizioni locali e la storia in generale attraverso il recupero di tutte quelle pellicole che, rimaste chiuse negli armadi, rischiano di deteriorarsi e di cancellare la memoria di parte del nostro vissuto.
A tal fine è stato presentato un bando che consente a privati e istituzioni l’accesso ad un servizio gratuito di digitalizzazione di materiale cinematografico proprietario così articolato:

- Consegna del materiale presso il servizio CRED
- Sottoscrizione da parte dell’utente di liberatoria d’uso dei diritti d’autore ai sensi delle leggi vigenti
- Lavaggio, parziale restauro della pellicola e riversaggio in digitale da parte del nostro laboratorio di riferimento
- Restituzione all’utente del materiale originale + copia digitale (dvd) e/o analogica (vhs)
- Archiviazione e catalogazione presso l’Archivio del servizio CRED di duplice copia digitale (formati    DV- DVD)
- Messa in rete del catalogo nel sistema bibliotecario provinciale.

Il budget economico inizialmente attivato consentiva di prevedere la possibilità di digitalizzare almeno 600 minuti di pellicola, da qui il nome del progetto.

Il percorso ha recuperato in questi anni immagini del Novecento significative per la memoria storica ed antropologica del territorio, talvolta legate a produzioni artistiche inedite di autori underground, cineamatori evoluti e documentaristi sindacali e politici oltre che di cinema più prettamente familiare.

Ad oggi il materiale digitalizzato, catalogato e fruibile presso il servizio CRED ammonta a circa 12000 minuti tra cui immagini pertinenti a Firenze nell'agosto 1944,  alle fabbriche aretine tra gli anni '50 e '60 , alla realtà contadina negli anni '20 e '30.




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